L’acqua è un vero e proprio alimento che spesso viene trascurato nel moderno allevamento. La sua qualità gioca tuttavia un ruolo fondamentale sulle performance dei bovini perciò andrebbero effettuati puntuali controlli analitici ai quali andrebbe attribuita pari importanza rispetto a quanto realizzato per altri componenti della dieta.
Già a partire dai primi giorni di vita, il vitello deve ricevere la giusta quantità di acqua fresca e pulita perché è indispensabile per la crescita batterica: al contrario del latte, infatti l’acqua passa nel rumine e contribuisce al fabbisogno di liquido che altrimenti sarebbe insufficiente con l’assunzione del solo latte; inoltre aiuta ad incrementa il peso, facilita l’ingestione dello starter e migliora l’aspetto delle feci.
Parlando invece di vacche, la ricerca scientifica ha evidenziato come il maggior consumo di acqua abbia un effetto positivo su elementi chiave per l’allevamento come produzione lattea giornaliera e ingestione di sostanza secca. Inoltre è riconosciuta l’influenza sull’abbeverata dei seguenti fattori: percentuale di sostanza secca della dieta, digeribilità della razione, tenore proteico e di sodio della stessa, aspetti ambientali come temperatura e umidità relativa e caratteristiche degli abbeveratoi, loro accessibilità, flusso adeguato, riserva appropriata e, soprattutto, pulizia.
È possibile stimare che per ogni litro di latte prodotto, in funzione della temperatura ambientale e del contenuto d’acqua della dieta, il fabbisogno idrico sia compreso fra 3-4 litri. L’ingestione idrica avviene più volte durante la giornata ed è generalmente associata ai pasti o alla mungitura. L’approssimarsi della stagione calda ed il conseguente calo di ingestione di sostanza secca necessita l’utilizzo dell’integrazione di prodotti energetici liquidi che rispettino le sempre più crescenti esigenze della mandria.
Anche l’acqua può però nascondere delle pericolose insidie: è bene ricordare che al suo interno possiamo trovare contaminazioni di tipo organico o inorganico. Molto spesso la contaminazione organica avviene lungo le tubature e/o nelle bacinelle di abbeverata ove possono crearsi mucillagini e formazioni melmose. Una nota a parte merita la Prototheca, agente responsabile di una mastite che raramente lascia scampo alle bovine colpite e che, essendo un’alga, trova il suo habitat naturale in acqua. Tra i contaminanti inorganici i nitrati, anche in modiche concentrazioni, possono provocare disturbi dell’apparato digerente, riduzione dello sviluppo, infertilità, ecc. e la loro tossicità aumenta qualora vengano trasformati in nitriti che rendono impossibile il trasporto dell’ossigeno a livello tissutale provocando gravi problematiche.
Nella maggior parte dei casi la soluzione alle contaminazioni inorganiche si trova nella creazione di un nuovo pozzo, mentre gli inquinanti organici possono essere trattati con additivi. Per esempio, la pulizia dell’impianto dell’acqua con prodotti a base di perossido di idrogeno come Oxifarm Cortal è in grado di rimuovere depositi organici e prevenire la formazione delle alghe e mucillagini.
Conoscere la qualità e la quantità di acqua assunta dalle bovine è semplice: bastano poche analisi di routine. Grande è il vantaggio che ne deriva, sia in termini di prevenzione che di diagnostica, arrivando perfino ad evidenziare cause di malattia che altrimenti resterebbero sconosciute.
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